Inevitabilmente quando ti fermi cominci a riflettere su quello che fai. Il corpo si rilassa, si aprono le piaghe, le ustioni ti tormentano nel momento privilegiato del sonno. Oggi ho parlato al telefono con Ugo, uno dei due metalmeccanici in giro con la bici ( vedi post precedenti), e si rideva del fatto che loro hanno attraversato la riserva dello Zingaro con le bici in spalla mentre io a 1000 km di distanza guadavo un torrente allo stesso modo e per lo stesso motivo. Si rideva, perché raccontarci queste storie in qualche modo ci alleggerisce dalla fatica di quei momenti in cui daresti un braccio per una birra gelata. Fa bene scambiarsi due battute tra “compagni di avventure”, alla fine pedaliamo insieme per la stessa causa. I ragazzi sono ora su una nave che li porta a Napoli e ne prenderanno poi una per la Sardegna. Chissà che fanno due alpinisti in mare per 3 giorni…Io invece sono qui a medicarmi un paio di ustioni e a contare i minuti per ripartire. Si continua, chi a sud chi a nord, poco importa, l’ importante è continuare a muoversi tra le malconce strade del nostro Paese per finire ciò che abbiamo cominciato. E forse sarà proprio quello il momento più duro.
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Compa’ stai facendo una delle cose piu’ belle. Adesso alzati e cammina.