In occasione di un documentario per una riserva naturale slovena, girato nel marzo del 2011, sono rimasto incantato dalla vastità dei boschi della piccola e giovane nazione vicino casa.
Con una solida politica di tutela ambientale, ormai decennale, la Slovenia è riuscita a creare un ottimo rapporto di convivenza tra uomo e natura, tra selvaggio e civilizzato. Un lavoro difficile e che richiede grandissima abilità, soprattutto perchè non si parla di proteggere dall’uomo solo piante e spazi verdi, ma orsi, lupi, linci e altri animali considerati nocivi per il gran numero di allevamenti nei dintorni delle foreste.
Oggi i nostri vicini vantano una densità di orsi, per ettaro, seconda solo alla Romania.
Per girare delle immagini esclusive (si spera) e approfittando dell’occasione per avvicinarmi ulteriormente al mondo selvaggio, dal 3 Ottobre sarò in Slovenia, in una regione che non potrò specificare “per evitare tentativi di imitazione da parte di turisti e curiosi”.
Il numero di animali selvaggi presenti nella foresta in questione (180.000 ettari circa) è elevato e il lupo e l’orso vivono e proliferano liberi.
Il mio obiettivo è documentare il bramito del cervo, che avviene in questo periodo, e avventurarmi nel fitto da solo e senza mezzi di comunicazione (stavolta niente radio, ma solo bussola e carte), con l’essenziale di attrezzatura e viveri. L’attraversamento avverrà fuori sentiero, per tentare di fare un’esperienza più intensa e delle riprese migliori.
Circa un anno fa, ho passato diversi giorni insieme ad alcuni dei migliori conoscitori delle zone e degli animali in questione, cercando di apprendere le “regole” per muovermi “a impatto zero” in un ambiente con un equilibrio delicatissimo, senza fare danno e senza disturbare nessuno.
Qualunque sia il motivo del nostro ingresso in questi mondi, dobbiamo tenere in considerazione il fatto (di vitale importanza) di essere degli estranei. Da soli in un bosco, come su una montagna o in una grotta, possiamo solo tentare di sopravvivere. Non a caso, di tentativi di uomini moderni che cercano di vivere senza rifornimenti e di sola caccia/raccolta nel mezzo del “wilderness”, è piena la storia, ma la gran parte di questi hanno avuto esito tragico. Pubblicherò a breve qualcosa sull’argomento con un excursus che ripercorre diversi casi più o meno conosciuti.
Il mio sarà un approccio puramente esplorativo e conoscitivo. Conoscere da fuori ti mette sempre in condizione di non capire bene cosa stai guardando, da qui l’impulso a seguire l’ignoto. Ricordo la prima volta che attraversai in jeep il bosco…dove già a metà pomeriggio la luce quasi sparisce e tutto sembra identico, una infinita palizzata nera e buia attraversata da ombre sinistre.
Quel bosco è come una galleria che lascia filtrare poco sole, l’orientamento non è per niente facile, ma credo che questi giorni di solitudine e lavoro potrebbero costituire un’ esperienza importante e formativa in vista dei prossimi lavori.
Posterò un video riassuntivo al termine dell’esperienza e foto al rientro dal bosco.
Speriamo in un tempo non troppo piovoso e in una casualità positiva.
Bello Igor!
Da “cavernicolo” a “boscaiolo”… eih Bubu porta i saluti a Yoghi! 🙂 in bocca al…no no li ci sono!! certo per un po’ di giorni gli “straccetti” alla birra te li sognerai!! Cmq birra al rientro. Sempre in gamba.
Hasta luego