Il progetto del mio documentario nello Yukon e in Alaska è cresciuto così rapidamente che ha rischiato di morire subito.
Originariamente, il racconto di ciò che è rimasto della Gold Rush in quelle zone, doveva avvenire durante una spedizione solitaria in canoa, ma questa è stata spostata all’anno prossimo. Troppo entusiasmo ti fa spesso procedere alla cieca fidandoti del primo socio che trovi, ma anche in questo fallimento c’è del positivo.
Procedo quindi con il piano B. Andare ugualmente nello Yukon con mezzi alternativi e con budget quasi zero, per cominciare le riprese.
Sebbene in questi mesi non sia riuscito a trovare veri e propri sponsor ho trovato il contatto diretto con il sindaco di Dawson, Wayne Potoroka, che mi ha dato la propria disponibilità a rintracciare le famiglie e i luoghi simbolo del periodo della Gold Rush. Centocinquanta anni fa, la città era un tripudio di viaggiatori, mercanti, cacciatori di Caribù, cercatori d’oro, officine per slitte e diligenze, teatri e bar.
Oggi sono rimasti 1.300 abitanti, gente semplice, solida e indaffarata, isolata nel bel mezzo del Grande Nord.
Per questo quando ho chiesto di organizzare delle interviste mi è stato risposto “dalle nostre parti non si prendono appuntamenti un mese prima, si bussa alla porta della persona che si vuole contattare e, se è in casa, ci si parla. Ti aspettiamo”.
Parole sante.
A inizio maggio ci sono ottime possibilità di trovare le persone che cerco. L’anno prossimo potrebbero essere chissà dove. Perché?
Lo Yukon Territory è un posto vivibile ( per i nostri standard metropolitani) per quattro mesi all’anno. In inverno la temperatura scende tanto da ghiacciare il fiume (il secondo per lunghezza in Canada) e la regione detiene il record della minima storica del Nord America, -61C.
Per farvi un esempio, lo YT è grande quanto Portogallo e Italia messi insieme, ma la popolazione che vi rimane tutto l’anno non supera quella di Cassino (33.000 abit.)
Metti che qualcuno che devo intervistare si scoccia e parte prima del mio arrivo…
Parto a fine aprile con il metodo migliore: l’autostop. Sono circa 7000km, 3 fusi orari, quattro province. Aspetto solo che la neve faccia spazio alla terra bruciata, prima che spuntino i fiori.
vaiiiiiiiiiiii…..esplora, cerca, chiedi, domanda, faccio il tifo per te, forza Igor!!
quanto spacchi!!!!Daidaidai!
Un passaggio fino a King City te lo posso dare
Vai e porta i saluti dalla Sicilia!!!!
igor, sei un mito!
Stima.