Dopo aver dormito sul divano del proprietario di un locale in mezzo al nulla, ho atteso un passaggio a un incrocio tra la 97 sud e una scorciatoia che riaggancia la 97 nord. Il sole era già alto alle 5:30 del mattino. Il primo passaggio è arrivato dopo un’oretta circa. Un “farmer” con un furgone mi ha preso sù e mi ha guidato sulla Alaska Highway, offrendomi del caffè bollente e un buono di 20$ da spendere in qualunque Fast food “alla sua salute”.
Gente semplice, ho pensato, chissà quanto sarò fortunato ancora? Dopo una breve corsa con un altro autista arrivo a Fort St. John dove vengo preso quasi subito da un vecchietto con tre cagnolini. Gentilissimo, si fermava a ogni stazione di servizio per trovare un amico che mi portasse a Whitehorse. Mi ha spiegato poi che la croce che ho visto per strada è un memorial per una tragedia avvenuta circa 5 anni fa. Una famiglia di otto persone tornava a casa in furgone, un camion è sbucato fuori da una traversa e li ha centrati in pieno. Nessuno è sopravvissuto all’incidente
Attendo poi diverse ore sul bordo della strada, poco fuori St. John, senza vedere anima viva. Mi ha raccolto un tale di nome Terry.
Terry ha già dei pronipoti, anche se non sembra neanche settantenne. Ha fatto circa una dozzina di lavori nella vita, dal servizio in marina al minatore, all’ operaio nelle gas plant, al lavapiatti in cucina. La sua generosità ha dell’imbarazzante.
Mi ha fatto mangiare, mi ha regalato dell’acqua per il viaggio e, arrivati a Fort Nelson mi ha sistemato in un “Ostello” per viandanti e forestieri, fondato da Padre Poullet, parroco ed eroe locale. Il rifugio ospita e sfama gratuitamente chiunque abbia bisogno di un alloggio temporaneo, per un massimo di tre giorni. All’ingresso un cartello avverte “se usate droghe, alcolici o fumate in questo luogo, sarete invitati ad andarvene”.
Ogni volta che Terry vede un’auto ferma in strada, accosta e chiede se hanno bisogno d’aiuto. Ha già dei pronipoti, ai quali ha aperto un conto in banca a testa, ma aiuta economicamente sia i nipoti che i figli.
Alcuni anni fa sua moglie, malata di cancro, diede alla luce due gemelli. Poco dopo il parto, i bambini, nati prematuri, morirono, e a breve Terry rimase vedovo. “Se i miei gemelli fossero sopravvissuti oggi sarebbero adolescenti e non passerei sicuramente tutto questo tempo a viaggiare in macchina. Però in qualche modo sono grato di essere più libero, mi prendo il tempo che voglio, mi godo la pensione e spero di potermi ritirare presto e andare nello Yukon a passare le giornate pescando nei fiumi”.
Vantandosi della sua carriera in marina, che lo ha portato a viaggiare fino in Sicilia, lo sento dire spesso “io sono stato addestrato per proteggere la gente debole di questo Paese. Giro sempre con acqua, cibo e benzina extra per aiutare i bisognosi”.
Comincio a vedere minatori diretti a Nord, e a essere scambiato per uno di loro. La Gold Rush non è mai finita a quanto pare, si è solo trasformata…
Alaska Highway
Un cartello in un ristorante vicino a Fort Nelson
L’ultima foto e’ una timpulata dopo tanta profusione di buoni sentimenti
ciaooo Igor!