Quando, poche ore fa, il mio amico cowboy è uscito dalla stazione di servizio di Dawson, ha sbottato “Fuck! The pass to Eagle is closed! Too much snow!”. Furibondo per dover tornare fino a Whitehorse e imboccare di nuovo la Halaska Highway verso Fairbanks, a poco non mi salutava neanche. Poi, messo in moto il pickup, ha abbassato il finestrino, ha sussurrato “Good luck amigo” ed è sparito tra la polvere.
Così mi trovavo da solo a Dawson, nel silenzio totale, interrotto solo da un corvo che volava basso sulla neve.
Sono ora al Westminster Hotel, il più vecchio, decrepito, meravigliosamente osceno, hotel di tutto lo Yukon. Pavimenti storti e scricchiolanti, stanze vecchie a partire da 55$ a notte. Dati i prezzi domani dovrò chiedere al sindaco (a Vancouver per lavoro) di trovarmi un tetto, o non avrò che da campeggiare sulla neve.
La città si presenta praticamente deserta, ma incredibilmente affascinante. Tutto sembra come congelato nel tempo:i vecchi hotel, i Saloon, le persone. Il Kena, battello a vapore che solcava lo Yukon a inizio secolo scorso, è messo in secca sulle rive del fiume.
Dato il lungo inverno, circa un metro e mezzo di ghiaccio ricopre il fiume, e il disgelo è uno spettacolo che non vorrei perdere.
A metà maggio circa infatti, le acque cominciano a premere sotto il manto gelato, indebolito dall’innalzamento della temperatura, e si assiste a vere e proprie esplosioni improvvise di vapore e ghiaccio, che producono suoni simili ai un temporale.
Domani a pranzo vedrò il sindaco Wayne Potoroka, ma prima vi porterò a vedere le meraviglie del centro visitatori, ricco di cimeli della Gold Rush. Per foto e filmati la luce è perfetta…il sole non tramonta più.