Dopo essere stato raccolto per il rotto della cuffia da un gruppo di ragazzi del Quebec, il fenomeno dell’autostop mi sembra più chiaro. È infatti più probabile che ti prenda a bordo un gruppo di 4 persone compresse dentro un’utilitaria stracarica di roba, che non un riccone nel suo pickup Dodge da 70.000$. Chi ti prende può essere spinto da curiosità, da semplice mal di noia dovuto a un lungo viaggio, o semplicemente da generosità. In Canada sembra anche abbastanza facile trovare, in questa stagione, persone in viaggio per lavoro che guidano per migliaia di chilometri e si trasferiscono temporaneamente in altre province. I ragazzi che ho appena lasciato sono partiti dal Quebec un giorno prima di me, hanno attraversato tutto il Paese sulla Transcanada per arrivare in BC e lavorare in un campo estivo di raccolta ciliegie nella zona di Kelowna.
Il campo, organizzato e finanziato dal Governo, si svolge ogni estate da 50 anni ed è luogo di incontro di giovani canadesi francofoni ormai da generazioni, tanto da diventare un must, insieme al giro degli USA in autostop alla fine del liceo. Un po’ come il nostro Inter rail.
Con loro ho attraversato le infinite praterie allagate di Manitoba, Saskatchewan e Alberta, fin sulle Rocky Mountains. Hanno accettato di viaggiare in 5, in uno spazio al limite della scomodità, da Winnipeg a Prince George (duemila km circa) e non posso che essergliene grato.
La British Columbia ora è sotto un discreto temporale, ma come dice un detto inglese “da queste parti se non ti piace il tempo, aspetta un quarto d’ora”. Il detto vale soprattutto nello Yukon.
A proposito di Yukon. È vero che non sono ancora arrivato, ma aver fatto 4800 km in tre giorni mi fa venire in mente che a Dawson potrei giungere con un netto anticipo. Sarò nel mezzo del wilderness, ma è ancora inverno…Spero che il sindaco Potoroka mi trovi una stalla o un cabin dove fare punto base, perché se la notte scende a -20 C (temperatura registrata la settimana scorsa), si ritroverebbe a rispondere alla polizia del perché hanno speso soldi del governo per recuperare un italiano ridotto a uno stoccafisso.
Mi piazzo intanto all’incrocio con l’autostrada, vediamo chi mi prende stavolta.