A parte i rischi corsi sul Laberge, l ‘attraversamento dei primi 370 km circa è stato abbastanza sereno. I paesaggi sono meravigliosi e il fiume aumenta sempre più la sua corrente. Per approdare è ora necessario pensarci almeno 300 m prima, o si manca facilmente il bersaglio. Da Hootalinka, dove lo Yukon incrocia il Telsin e raddoppia in larghezza, a Big Salmon è stato un lungo traghettare, premiato dall’incontro con un gruppo di canoisti in vacanza che mi ha poi accompagnato per gli ultimi cinquanta chilometri fino a Carmacks. E’ meraviglioso, dopo giorni di solitudine, condividere le proprie esperienze e imparare dai racconti di gente che vive la canoa nei modi più disparati. Si trovano grandi professionisti del settore, gente appassionata, ma anche ragazzi del posto che legano tre o quattro barche e vanno alla deriva prendendo il sole e bevendo birra (pratica che in teoria dovrebbe avere un “sober paddler” per canoa almeno, come quando si va a una festa in auto e si prevede di bere). Se questo avviene la sera poi. soprattutto tra chi percorre tanti chilometri, è bello bere e ridere assieme delle proprie paure, magari intorno al fuoco, scacciando zanzare con un ramo di pino. Il 95% dell’avventura è fatica e concentrazione, il restante 5% di sogni a occhi aperti, momenti felici e amicizie è impagabile e vale più di tutto l’oro dello Yukon.
Bonatti aveva percorso questi 170 km in circa 20 ore e sempre più capisco che tra i suoi punti di forza, almeno sul fiume, c’era un alto livello di attenzione, anche dopo ore e ore di sforzo fisico intenso.
Sebbene io vada più o meno alla stessa velocità, per me è impensabile, se non sono assolutamente costretto, pagaiare per più di dodoci ore di fila. Se la giornata poi non è stressante e si viaggia bene, e magari fa anche caldo, il movimento della pagaiata è meccanico e continuo e sotto il sole ci si assopisce presto. Meglio quindi fermarsi quando si è troppo cotti ed evitare di dare il peggio di sé in situazioni di emergenza. In questo viaggio non vi sono record da infrangere, anche perchè, non mi stancherò mai di ripeterlo, non vivere un’avventura secondo le proprie possibilità, ma tentare di fare i numeri esagerando può diventare sterile e arido. Ciò non toglie che si possa amare battere record, ma in questo caso non credo porti a nulla comunque.
Curiosità: oltre che sul lago, anche sullo Yukon si sono verificati degli episodi simili a quelli avvenuti durante il viaggio descritto in” In terre Lontane”.
I castori, l’alce con i piccoli, il grizzly sulla sponda di fronte, persino il gabbiano che ho dovuto cacciare con la pagaia perchè mi attaccava per proteggere il nido su un’isola vicina…
Domani, tempo permettendo affronterò il secondo più noto ostacolo dopo il Lago Laberge: le Five Finger Rapids.
Le Five Finger Rapids viste dalla Klondike Highway.
Io sapevo di colpi di sonno in auto, non in canoa. Ti leggo avidamente. Non fare lo stitico
Vai zio igor ti seguiamo da Bruxelles, ormai l’organizzazione matrimonio l’ho messo in 2 ° piano. continua a fammi sognare. Andrea
Bello leggere le tue avventure…un caro abbraccio
Forza Igor