Sono appena tornato da una spedizione di 10 giorni in canoa in solitario sulla Wilderness Waterway, la via d’acqua che attraversa il parco degli Everglades (Florida).
Invece di seguire la rotta classica da Everglades City e arrivare a Flamingo (99 miglia da nord a sud), ho preferito partire dal fiume Turner (un tunnel di mangrovie di rara bellezza) arrivare più o meno a metà strada tra le due città, fare delle deviazioni sul percorso, e tornare indietro alla foce del fiume Turner. Il mio obiettivo iniziale era trovare storie sugli alligatori (molto diffusi in questa zona) e sui “gladers”, gli eredi dei primi pionieri.
Ho scoperto poi molto altro e ne sono rimasto davvero affascinato.
Sebbene meno psicologico e pericoloso di grandi fiumi come lo Yukon, questo labirinto di isole, baie e canali può riservare brutti scherzi ai paddlers. Non a caso tutte le guide suggeriscono l’attraversamento della Wilderness waterway solo a “esperti e veterani”. Orientarsi non è facilissimo e può capitare di perdere l’ingresso del canale giusto (c’è chi si perde anche con il GPS, ma sono dei casi umani particolari). Spesso l’orizzonte è una strisciolina verde di piante in lontananza e tutto intorno a te hai acqua salmastra di colore ambrato. Ogni “tot” miglia sono visibili dei “markers” (cartelli numerati) è vero, ma molti sono stati distrutti dal vento e dalle mareggiate e non si può fare affidamento su questo tipo di sussidio alla navigazione. In acqua vivono moltitudini di pesci, squali, ma anche delfini, alligatori e coccodrilli marini (nella zona costiera soprattutto). Difficile vederli tutti in un unico viaggio ovviamente, ma nelle giornate più calde si possono ammirare i grandi rettili sulle piccole isole di fango o tra le mangrovie e i delfini a caccia di “mullets” (cefali).
In questo trailer e nella nuova mini webseries “The Wilderness Waterway” vi racconto come è andata questa bella avventura, mentre un resoconto su questo blog verrà subito a seguire! A presto le novità anche dei prossimi mesi!