AMAZON EXPEDITION 2022 – LAVORARE IN AMAZZONIA
Nella spedizione in Amazzonia con l’amico Francesco Magistrali abbiamo disceso il Rio Negro, in un tratto in cui il letto del fiume misura oltre 20km da sponda a sponda.
Il percorso è un dedalo di canali e isole semisommerse in cui bisogna sapere bene come orientarsi.
Non che sui grandi fiumi ci si possa perdere davvero (a meno di non essere delle totali capre in orientamento), ma più di una volta ci siamo trovati in punti non segnalati sulle mappe cartacee o dal GPS ed è stato necessario rifare il punto mappa molto spesso.
Spesso abbiamo trovato canali con corrente quasi assente, che entravano in profondità nella foresta madre (verso la terraferma), alcuni totalmente inesplorati e senza un nome. Quelli è meglio non seguirli, potrebbero terminare in un ramo morto.
Inoltre la foresta per ora è allagata vicino ai fiumi e le zone in cui piazzare un campo più o meno asciutto sono davvero poche. Nei canali si rischia maggiormente di dover passare la notte appesi a un albero a 2m dall’acqua (no bueno in acque di caimani neri) e vanno preferite le isole più grandi o le rare spiagge.
Muoversi in fiume in autosufficienza in Amazzonia significa essere esposti costantemente a umidità fino al 100%, temperature dai 25 C° ai 40 C°, sotto un sole equatoriale cocente. Ma bisogna fronteggiare anche il pericolo delle tempeste, con forti acquazzoni o vento che trasporta pollini e sabbia sottilissima (tipico dei grandi fiumi, come lo Yukon).
Per questo shooting ho deciso di avere un setup di attrezzatura video un po’ più “Cine”, ma mantenendomi sempre sulla leggerezza e la maneggevolezza degli strumenti.
L’ideale sarebbe stato portare action camere e camere tropicalizzate, ma ho deciso di portare con me la nuova Canon C70, una cinema-camera non tropicalizzata, per costringermi a una maggiore attenzione all’usura degli elementi, ma anche per avere come risultato esattamente le immagini che volevo.
Ho portato in fiume solo una lente tropicalizzata (24-105mm Canon), una Gopro 9 per il backstage e per le emergenze, radiomicrofono e direzionale per le interviste, il laptop, e poi tutto il necessario per i backup del girato da fare la sera in accampamento.
Rispetto alle altre foreste in cui ho lavorato, l’Amazzonia del Rio Negro è sicuramente la più impegnativa in termini di insetti e umidità, ma il fiume è prevalentemente calmo e con poca corrente, permette quindi di gestire le riprese in navigazione con una discreta tranqullità…
Dico “discreta” perché qualunque ramo, spina, animale “spinoso” può fare scoppiare un tubolare se sei su un kayak gonfiabile.
Vi mostreremo presto altre immagini e dei video, per raccontarvi tutti i perché di questa spedizione e i suoi retroscena.
A presto!
#cressi1946 #cressihydrosport #amazonexpedition2022 #nikonitalia #europeassistance #discoverrionegro