Missione compiuta, Abyss Cleanup esplora i canyon dello Stretto di Messina a -600m.
A circa quattro anni dall’inizio delle riprese del documentario Abyss Cleanup e a due anni dalla nascita dell’omonima associazione, sono riuscito a mettere insieme il team e i fondi per andare a esplorare il luogo da cui è nata tutta questa storia: il fondale dello Stretto di Messina.
Grazie all’aiuto della M/Y Conrad di Sea Shepherd Italia (allestita come barca da ricerca), ai fondi Film Commission Sicilia, alla produzione PopCult Docs e alla sicilianissima produzione Just Maria, siamo riusciti a fare davvero un piccolo miracolo e a fare riprese su fondali profondi anche 600m, per circa cinque giorni.
Certo non abbiamo avuto pochi grattacapi e momenti di sconforto.
Martina Pierdomenico del CNR (responsabile scientifica dell’operazione) ha sempre sudato le sette camicie per riuscire a completare anche un solo transetto (ovvero un’ispezione visiva di un tratto di fondale da un punto A a un punto B prestabiliti). Il nostro ROV (il Pollux III) veniva spesso sballottato sul fondo o trascinato dall’ombelicale che, collegato alla barca in superficie, risentiva di ogni allontanamento dell’imbarcazione dal punto di immersione. Idealmente infatti la barca e il ROV avrebbero dovuto navigare l’uno perpendicolare all’altro, ma in quelle condizioni era come provare a pescare con la canna in un fiume in piena durante un uragano.
Il team ROV di Mauro del Sette (Globe Exploration S.r.l.) ha fatto i salti mortali per riparare i continui guasti tecnici dovuti alle mazzate delle correnti di profondità sulle strumentazioni. Bastava che il ROV provasse a contrastare la corrente per qualche minuto per bruciare uno dei motori e dover abortire l’immersione. Questa era un’enorme perdita di tempo perché, tra discesa e risalita, a quella profondità si possono impiegare fino a tre ore.
Per questo motivo nello Stretto, spesso più simile a un fiume impetuoso che a un tratto di mare, sono fallite campagne di ricerca con navi ben più grosse della nostra, con ROV di stazza e potenza superiore, ma anche con molto più tempo a disposizione. Queste poche miglia tra Sicilia e Calabria sono il punto di incontro tra due mari, e sono quindi teatro spostamenti di enormi masse d’acqua per via di maree e correnti.
Inoltre, la nostra difficoltà aggiunta era che dovevamo lavorare con un team e dei mezzi che non erano mai stati testati insieme.

Ammetto che, sicuramente, abbiamo avuto una quantità considerevole di c***, perché avere una settimana di meteo perfetto e imbattersi per caso su due popolazioni di coralli non era prevedibile. Anche perché, parliamoci chiaro, la telecamera e le luci del ROV mostrano solo pochi metri quadrati di fronte al veicolo. Questo genere di esplorazione è quindi paragonabile ad avventurarsi nel Grand Canyon di notte con una candela e provare a trovare degli oggetti sparpagliati a distanza di chilometri gli uni dagli altri.
Alla fine però i risultati sono stati anche più importanti di quanto mi potessi aspettare.
📊Abbiamo dato la possibilità a Martina Pierdomenico del CNR di raccogliere nuove informazioni sugli accumuli di rifiuti nei canyon dello Stretto a oltre 600m di profondità (già individuati da lei in passato).
📽️ Abbiamo terminato le riprese del documentario #abysscleanupilfilm (iniziate nel 2019).
🪸Abbiamo scoperto una popolazione di Madrepora oculata (corallo rarissimo, mai documentato in questi mari).
Un successo davvero inaspettato.
Questo è stato possibile grazie alla bellissima collaborazione nata con Sea Shepherd Italia che ha schierato l’imbarcazione M/Y Conrad e il suo equipaggio, a Martina Pierdomenico che ha guidato la ricerca scientifica, a PopCult che ha trovato i fondi Film commission Sicilia e organizzato la produzione insieme a Just Maria .

Un enorme grazie va a tutte le persone che ci hanno supportato e al team ROV di @globe_exploration_srl_italy che si è fatto un mazzo di proporzioni bibliche per risolvere i problemi tecnici.
Questa storia è la fine di un percorso lungo 4 anni, che apre la porta a una nuova avventura che spero ne duri altri 50!
#film #ricerca #team il Pianeta Azzurro #sostenibilità #impactdocumentary
